Lenalidomide più Desametasone è un trattamento di riferimento per il mieloma multiplo recidivato.
La combinazione dell’inibitore del proteasoma Carfilzomib ( Kyprolis ) con Lenalidomide ( Revlimid ) e Desametasone ha dimostrato efficacia in uno studio di fase 1 e 2 sul mieloma multiplo recidivato.
Sono stati randomizzati 792 pazienti con mieloma multiplo recidivato a Carfilzomib con Lenalidomide e Desametasone ( gruppo Carfilzomib ) o a Lenalidomide e Desametasone da soli ( gruppo di controllo ).
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione.
La sopravvivenza libera da progressione è significativamente migliorata con Carfilzomib ( mediana, 26.3 mesi vs 17.6 mesi nel gruppo di controllo; hazard ratio per progressione o morte, HR=0.69; P=0.0001 ).
La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta in entrambi i gruppi nella analisi ad interim.
I tassi di sopravvivenza globale secondo Kaplan-Meier a 24 mesi sono stati 73.3% e 65.0%, rispettivamente, nei gruppi Carfilzomib e di controllo ( hazard ratio per la mortalità, 0.79; P=0.04 ).
I tassi di risposta globale ( risposta parziale o migliore ) sono stati 87.1% e 66.7%, rispettivamente, nei gruppi Carfilzomib e di controllo ( P minore di 0.001; il 31.8% e 9.3% dei pazienti nei rispettivi gruppi ha avuto una risposta completa o migliore; il 14.1% e 4.3% ha avuto una rigorosa risposta completa ).
Gli eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati riportati nell’83.7% e 80.7% dei pazienti, rispettivamente, nel gruppo Carfilzomib e di controllo; il 15.3% e 17.7% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi.
I pazienti nel gruppo Carfilzomib hanno riportato una superiore qualità di vita correlata alla salute.
In conclusione, nei pazienti con mieloma multiplo recidivato, l'aggiunta di Carfilzomib a Lenalidomide e Desametasone ha portato a un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione nell’analisi ad interim e ha avuto un profilo rischio-beneficio favorevole. ( Xagena2015 )
Stewart AK et al, N Engl J Med 2015;372:142-152
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