L'analisi primaria dello studio APOLLO, effettuata dopo un follow-up mediano di 16.9 mesi, ha dimostrato che Daratumumab ( Darzalex ) più Pomalidomide ( Imnovid ) e Desametasone hanno migliorato significativamente sopravvivenza libera da progressione rispetto al solo trattamento con Pomalidomide e Desametasone.
Sono stati riportati la sopravvivenza globale ( OS ) finale e i risultati aggiornati sulla sicurezza da APOLLO.
APOLLO è stato uno studio di fase 3, randomizzato, in aperto, condotto in 48 centri accademici e ospedali in 12 Paesi in Europa, che ha incluso adulti di età pari o superiore a 18 anni anziani con mieloma multiplo recidivante o refrattario che avevano un punteggio di performance status ECOG compreso tra 0 e 2, avevano ricevuto almeno una precedente linea di terapia, inclusa Lenalidomide e un inibitore del proteasoma, avevano avuto una risposta parziale o migliore a uno o più precedenti linee di terapia antimieloma ed erano refrattari alla Lenalidomide se avevano ricevuto solo una precedente linea di terapia.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone oppure la combinazione di Pomalidomide e Desametasone; i pazienti sono stati stratificati in base al numero di precedenti linee terapeutiche e stadio della malattia secondo l’International Staging System ( ISS ).
Pomalidomide orale ( 4 mg una volta al giorno; giorni 1-21 ) e Desametasone ( 40 mg una volta al giorno; giorni 1, 8, 15 e 22 ) sono stati somministrati in cicli di 28 giorni fino a progressione della malattia o a tossicità inaccettabile.
Daratumumab ( 1.800 mg per via sottocutanea o 16 mg/kg per via endovenosa ) è stato somministrato settimanalmente ( cicli 1-2 ), ogni 2 settimane ( cicli 3-6 ) e successivamente ogni 4 settimane.
L’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione, che è stato precedentemente riportato, e l'endpoint secondario pre-pianificato della sopravvivenza globale è stato valutato nella popolazione intention-to-treat ( ITT ).
Tra il 2017 e il 2019, 304 pazienti sono stati assegnati in modo casuale: 151 al gruppo Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone e 153 al gruppo Pomalidomide e Desametasone. L'età media era di 67 anni; 143 pazienti ( 47% ) erano femmine, 161 ( 53% ) erano maschi e 272 ( 89% ) erano bianchi.
A un follow-up medio di 39.6 mesi, la sopravvivenza globale mediana è stata di 34.4 mesi nel gruppo Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone rispetto a 23.7 mesi nel gruppo Pomalidomide e Desametasone ( hazard ratio, HR=0.82; P=0.20 ).
Gli eventi avversi più comuni di grado 3-4 emersi dal trattamento sono stati neutropenia ( 103 su 149, 69%, con Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone vs 76 su 150, 51%, con Pomalidomide e Desametasone ), anemia ( 27, 18%, vs 32, 21% ) e trombocitopenia ( 27, 18%, vs 28, 19% ).
Eventi avversi gravi emergenti dal trattamento si sono verificati in 80 su 149 pazienti ( 54% ) nel gruppo Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone, e in 60 su 150 pazienti ( 40% ) nel gruppo Pomalidomide e Desametasone, il più comune dei quali è stata la polmonite ( 23 su 149, 15%, vs 13 su 150, 9% ).
Eventi avversi emergenti dal trattamento ( TEAE ) che hanno comportato la morte si sono verificati in 13 pazienti su 149 ( 9% ) nel gruppo Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone e in 13 su 150 pazienti ( 9% ) nel gruppo Pomalidomide e Desametasone, con 4 su 151 ( 3% ) eventi avversi che hanno portato alla morte entro 30 giorni dall’ultima dose di trattamento ritenuta correlata al trattamento in studio nel gruppo Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone ( shock settico, n=1; sepsi, n=1; insufficienza midollare, infezione da campylobacter e disturbi epatici, n=1; e polmonite, n=1 ) e nessuno nel gruppo Pomalidomide e Desametasone.
Sebbene la differenza nella sopravvivenza globale osservata tra i gruppi di trattamento non fosse significativa, i risultati del profilo di sicurezza con il follow-up a lungo termine qui riportati continuano a sostenere l’uso di Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone in pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario. ( Xagena2023 )
Dimopoulos MA et al, Lancet Haematology 2023; 10: 813-824
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