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Erlotinib per il trattamento delle sindromi mielodisplastiche


L’esito in pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) dopo il fallimento degli azanucleosidi è infausto, con una insoddisfatta necessità di nuovi agenti attivi. Dati preclinici hanno suggerito che Erlotinib ( Tarceva ) abbia in vivo e in vitro attività mirata al recettore del fattore di crescita dell’epidermide ( EGFR ) nella sindrome mielodisplastica.

È stato condotto uno studio di fase 2 con Erlotinib, come singolo agente, al dosaggio di 150 mg/die per via orale in pazienti con sindromi mielodisplastiche dopo il fallimento degli azanucleosidi.

Sono stati ammessi tutti i pazienti con sindromi mielodisplastiche a rischio intermedio-2 o alto rischio secondo l’IPSS ( International Prognostic Scoring System ) e solo quelli a rischio basso o intermedio-1 con anemia trasfusione-dipendente o conta piastrinica minore di 50 x 109/l o una significativa emorragia clinica con necessità di trasfusione di piastrine o conta assoluta dei neutrofili ( ANC ) minore di 1 x 109/l.
La maggior parte dei pazienti arruolati erano ad alto rischio.

In 35 pazienti eleggibili, la migliore risposta complessiva è stata del 14% ( 3 pazienti con risposta completa del midollo e 2 con miglioramento ematologico ).

Si sono verificati 4 decessi nello studio ( sepsi, emorragia intracranica, morte improvvisa e leucemia mieloide acuta ).
Le tossicità di grado 3/4 più comunemente osservate secondo CTCAE v3 sono state diarrea ( 17.1% ), rash ( 17.1% ) e infezione ( 11.6% ), accompagnate da affaticamento, trombocitopenia e anoressia al 5.7% ciascuna.

La sopravvivenza globale media è stata di 6.8 mesi e la sopravvivenza libera da leucemia è stata di 5 mesi.

Erlotinib è risultato generalmente ben tollerato, con attività modesta in monoterapia.
Alla luce di questi risultati e dei dati preclinici che suggeriscono un effetto sinergico con azanucleosidi, la combinazione dovrebbe essere ulteriormente esaminata. ( Xagena2014 )

Komrokji RS et al, Am J Hematol 2014;89:809-812

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