Sebbene le complicazioni infettive rappresentino una causa rilevante della morbilità e della mortalità nei pazienti con mielofibrosi, poco si sa sulla loro incidenza, sui risultati e sui fattori di rischio.
È stata retrospettivamente valutata una coorte di 507 pazienti con mielofibrosi, diagnosticata tra il 1980 e il 2014 in 5 Centri di ematologia italiani, per definire l'epidemiologia delle infezioni e descrivere l'impatto del trattamento con Ruxolitinib ( Jakavi ).
Complessivamente, 112 pazienti ( 22% ) hanno manifestato 160 eventi infettivi ( grado 3-4, 45% ) con un tasso di incidenza del 3.9% per anno-paziente.
Le infezioni erano principalmente batteriche ( 78% ) e coinvolgevano il tratto respiratorio ( 52% dei casi ).
Inoltre, sono state registrate infezioni virali ( 11% ) e infezioni da funghi ( 2% ).
Le infezioni hanno avuto un esito fatale nel 9% dei casi.
Tra le caratteristiche di base, categoria IPSS alta / intermedia 2 ( hazard ratio, HR=1.8, P=0.02 ) e lunghezza della milza di 10 cm o superiore al di sotto del margine costale sinistro ( HR=1.6, P=0.04 ) sono state associate a un rischio infettivo maggiore all’analisi multivariata.
Il tasso di infezioni è stato superiore nella coorte di 128 pazienti trattati con Ruxolitinib ( 44% vs 20%, P minore di 0.001 ).
In conclusione, la categoria IPSS e la splenomegalia sono emerse come i principali fattori di rischio per le infezioni nella mielofibrosi.
I pazienti trattati con Ruxolitinib hanno presentato significativamente più episodi di infezione; tuttavia, sono necessari futuri studi prospettici per isolare il contributo confondente di altri fattori di rischio come lo stadio di malattia. ( Xagena2017 )
Polverelli N et al, Am J Hematol 2017; 92: 37-41
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