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Ruxolitinib controlla i sintomi correlati alla leucemia linfatica cronica


Uno studio prospettico ha mostrato che Ruxolitinib ( Jakavi in Europa; Jakafi negli USA ) è in grado di produrre un miglioramento dei sintomi, tra cui una riduzione della fatica, tra i pazienti con leucemia linfatica cronica che non richiedono una terapia sistemica.

In uno studio clinico di fase 2, i ricercatori hanno valutato se Ruxolitinib fosse in grado di conferire sollievo dei sintomi nella leucemia linfatica cronica.
Sono stati arruolati 41 pazienti; di questi 25 non erano stati trattati in precedenza, mentre 16 lo erano stati.

I pazienti hanno ricevuto 10 mg di Ruxolitinib per via orale due volte al giorno, con un potenziale aggiustamento della dose.

I sintomi sono stati valutati prima del trattamento e a 3 mesi mediante la scala BFI ( Brief Fatigue Inventory ) e il modulo CLL di MDASI ( MD Anderson Symptom Inventory ).
E’ stata anche valutata l'interferenza dei sintomi nelle attività quotidiane.

Gli endpoint primari erano rappresentati dal miglioramento del punteggio medio alla scala BFI dopo 3 mesi e dalla riduzione di almeno due punti nel punteggio del peggior affaticamento alla scala BFI nelle ultime 24 ore.
Il miglioramento del punteggio MDASI e la valutazione della risposta terapeutica erano endpoint secondari.

Il follow-up mediano dall’arruolamento è stato di 11.3 mesi ( range interquartile [ IQR ], 2-18 ) e la durata mediana della terapia con Ruxolitinib è stata di 7.7 mesi ( IQR, 2-18 ).

A 3 mesi dopo l'inizio del trattamento, la variazione percentuale media rispetto al basale è stata del 44.3% ( deviazione standard, SD=35; p inferiore a 0.0001 ) per il punteggio BFI, del 43.4% ( SD=51.5; P inferiore a 0.0001 ) per il punteggio di interferenza dei sintomi e del 42.1% ( SD=37,4; P inferiore a 0.0001 ) per il punteggio MDASI.

Il miglioramento significativo dei sintomi valutati mediante questi tre sistemi di valutazione ha indicato che l’eccessiva attivazione di JAK1/2 potrebbe indurre sintomi correlati alla malattia.

Trentadue pazienti ( 78% ) hanno presentato una riduzione del 20% o maggiore del punteggio medio BFI, e 24 pazienti ( 59% ) hanno avuto una riduzione di due punti o più nel punteggio del peggiore affaticamento nelle ultime 24 ore.

Ventun pazienti hanno interrotto l'uso di Ruxolitinib. I motivi più comuni per la sospensione erano progressione della malattia e mancanza di risposta al trattamento ( n=5 per ciascuno ).
In generale, Ruxolitinib non è risultato associato alla presenza di qualsiasi evento avverso di grado 3 o 4, con 3 pazienti che hanno interrotto il trattamento a causa di effetti collaterali.
I più comuni eventi di grado 3 e 4, osservati nel corso dello studio, sono stati: neutropenia ( 5% ), ipertensione ( 5% ), insonnia ( 2% ), acufeni e vertigini ( 2% ) e trombocitopenia ( 2% ).

Questo studio è stato interrotto a causa di un'alta incidenza di anemia e di nessun effetto del trattamento sulla linfocitosi del sangue, forse riflettendo le differenze di stato della malattia tra la popolazione dei pazienti.
L'attività di Ruxolitinib nella leucemia linfatica cronica dovrebbe essere esplorata in altri studi clinici. ( Xagena2017 )

Fonte: Lancet Haematology, 2017

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