I test in grado di predire gli esiti per i pazienti con leucemia mieloide acuta ( AML ) sono imprecisi, soprattutto per quelli con rischio intermedio di leucemia mieloide acuta.
Si è determinato se gli approcci genomici siano in grado di fornire nuove informazioni prognostiche per i pazienti adulti con leucemia mieloide acuta de novo.
Il sequenziamento dell’intero genoma o dell'esoma è stato eseguito su campioni ottenuti al momento della presentazione della malattia da 71 pazienti con leucemia mieloide acuta ( età media, 50.8 anni ) trattati con chemioterapia di induzione standard in un unico Centro a partire da marzo del 2002, con un follow-up fino a gennaio 2015.
Inoltre, è stato effettuato il sequenziamento profondo digitale su campioni di diagnosi e di remissione accoppiati da 50 pazienti ( di cui 32 con leucemia mieloide acuta a rischio intermedio ), circa 30 giorni dopo la terapia di induzione efficace. 25 dei 50 provenivano dalla coorte di 71 pazienti, e 25 erano ulteriori nuovi casi.
I principali endpoint erano i modelli di mutazione ( compresa la clearance delle varianti associate alla leucemia dopo la chemioterapia ) e la loro associazione con la sopravvivenza libera da eventi e la sopravvivenza globale.
L'analisi dei dati genomici completi dei 71 pazienti non ha mostrato miglioramento della valutazione degli esiti rispetto alle attuali metriche di standard di cura.
In un'analisi di 50 pazienti con documentati campioni alla presentazione e di remissione, 24 ( 48% ) pazienti avevano mutazioni associate alla leucemia persistenti in almeno il 5% delle cellule di midollo osseo in remissione.
I 24 con mutazioni persistenti avevano la sopravvivenza libera da eventi ridotta in modo significativo contro i 26 che avevano eliminato tutte le mutazioni ( mediana 6.0 mesi per le mutazioni persistenti vs 17.9 mesi per le mutazioni eliminate, P log-rank minore di 0.001; hazard ratio, HR=3.67, P minore di 0.001 ) e ridotta sopravvivenza globale ( mediana 10.5 mesi per le mutazioni persistenti vs 42.2 mesi per le mutazioni eliminate, P log-rank =0.003; HR=2.86, P=0.004 ).
Tra i 32 pazienti con rischio citogenetico intermedio, i 14 pazienti con mutazioni persistenti avevano ridotta sopravvivenza libera da eventi rispetto ai 18 pazienti che hanno eliminato tutte le mutazioni ( mediana 8.8 mesi per le mutazioni persistenti vs 25.6 mesi per le mutazioni eliminate, P log-rank =0.003; HR=3.32, P=0.005 ) e ridotta sopravvivenza globale ( mediana 19.3 mesi per le mutazioni persistenti vs 46.8 mesi per le mutazioni eliminate, P log-rank =0.02; HR=2.88, P=0.03 ).
In conclusione, l'individuazione di mutazioni persistenti associate a leucemia in almeno il 5% delle cellule del midollo osseo in campioni in remissione al giorno 30 è risultata associata a un aumento significativo del rischio di recidiva e a ridotta sopravvivenza globale.
Questi dati suggeriscono che questo approccio genomico possa migliorare la stratificazione del rischio per i pazienti con leucemia mieloide acuta. ( Xagena2015 )
Klco JM et al, JAMA 2015; 314: 811-822
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