La malattia del trapianto contro l’ospite ( GVHD ) è la principale causa di morbilità e mortalità dopo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche.
Atorvastatina ( Lipitor, Torvast ) è un potente immunomodulatore che sembra promettente come farmaco per la profilassi della malattia del trapianto contro l’ospite in fase acuta.
È stato condotto uno studio di fase II per valutare sicurezza ed efficacia della somministrazione di Atorvastatina per la profilassi della malattia del trapianto verso l’ospite in donatori adulti e in persone che hanno ricevuto trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche da fratelli compatibili.
Atorvastatina ( 40 mg al giorno per via orale ) è stata somministrata ai fratelli donatori a partire da 14-28 giorni prima del primo giorno di raccolta delle cellule staminali.
Nei riceventi il trapianto di cellule staminali ematopoietiche ( n=30 ), la profilassi della malattia GVHD consisteva in Tacrolimus, breve ciclo di Metotrexato e Atorvastatina ( 40 mg al giorno per os ).
La somministrazione di Atorvastatina a donatori sani e ai riceventi non è risultata associata a eventi avversi di qualunque genere di grado da 3 a 4.
I tassi di incidenza cumulativa di malattia del trapianto contro l’ospite acuta di grado da 2 a 4 ai giorni +100 e +180 sono stati, rispettivamente, 3.3% e 11.1%.
L’incidenza cumulativa a 1 anno di malattia di GVHD cronica è stata pari al 52.3%.
Le infezioni virali e fungine sono risultate poco frequenti.
Le incidenze cumulative a 1 anno di mortalità non-correlata a recidiva e correlata a recidiva sono state, rispettivamente, pari a 9.8% e 25.4%.
A 1 anno, la sopravvivenza generale e quella libera da progressione sono state, rispettivamente, 74% e 65%.
Rispetto al basale, la somministrazione di Atorvastatina nei fratelli donatori è risultata associata a una tendenza verso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di interleuchina-10 ( IL-10 ) ( 5.6 vs 7.1 pg/mL; P=0.06 ).
In conclusione, la nuova strategia di somministrazione di Atorvastatina sia nei donatori sia nei riceventi il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche da fratelli compatibili è praticabile, sicura e potenzialmente efficace per prevenire la malattia del trapianto contro l’ospite in fase acuta. ( Xagena2013 )
Hamadani M et al, J Clin Oncol 2013; 31: 4416-4423
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