Nel corso del Congresso ASH ( American Society of Hematology ) sono stati presentati i risultati dello studio clinico di fase 2 CENTAURUS, che dimostrato un profilo di sicurezza generalmente ben tollerato per Daratumumab ( Darzalex ) in monoterapia nei pazienti affetti da mieloma multiplo indolente a rischio medio-alto.
Il mieloma multiplo indolente rappresenta una fase asintomatica che precede il mieloma multiplo, in cui l'intervento precoce mirato a ritardare la progressione della malattia attiva può potenzialmente essere di beneficio per i pazienti.
Studio CENTAURUS
I dati preliminari relativi allo studio clinico CENTAURUS randomizzato e in aperto hanno consentito di valutare tre posologie per Daratumumab in monoterapia nei pazienti con mieloma multiplo indolente a rischio medio-alto.
In tutto, 123 pazienti sono stati randomizzati in uno dei 3 bracci di trattamento sottoposti a terapia con Daratumumab 16 mg/kg per via endovenosa in cicli di 8 settimane:
1.) una posologia prolungata e intensiva ( LONG ) che prevedeva la somministrazione di Daratumumab con frequenza settimanale nel Ciclo 1, bisettimanale nei Cicli 2-3, ogni quattro settimane nei Cicli 4-7 e ogni 8 settimane fino al Ciclo 20;
2.) una posologia intermedia ( INT ) che prevedeva la somministrazione di Daratumumab con frequenza settimanale nel Ciclo 1 e ogni 8 settimane fino al Ciclo 20;
3.) una posologia breve e intensiva ( SHORT ) che prevedeva la somministrazione di Daratumumab con frequenza settimanale per 1 ciclo.
I risultati dello studio hanno indicato che Daratumumab era generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza paragonabile a Daratumumab nel trattamento del mieloma multiplo recidivato o refrattario.
Gli eventi TEAE ematologici si sono verificati in meno del 10% dei pazienti di tutti i bracci.
Le infezioni di grado 3/4 sono risultate inferiori o uguali al 5% in tutti i bracci.
Gli IRR di qualsiasi grado si sono verificati nel 56%, 42% e 55% dei pazienti rispettivamente nelle coorti di dosaggio LONG, INT e SHORT.
Al momento del cut-off clinico è stato confermato il verificarsi di un decesso dovuto alla progressione della malattia nella coorte trattata con posologia breve.
Con un follow-up mediano di 15.8 mesi ( range, 0.0-23.9 ), il tasso di risposta globale è risultato numericamente superiore nel braccio LONG rispetto ai bracci INT o SHORT ( rispettivamente 56%, 54% e 38% ).
I tassi di sopravvivenza libera da progressione calcolati a 12 mesi sono stati pari al 95%, 88% e 81%, rispettivamente, nei bracci LONG, INT e SHORT.
Daratumumab
Daratumumab per la somministrazione endovenosa è un biologico mirato a CD38, una proteina di superficie con espressione elevata in diverse cellule di mieloma, indipendentemente dalla fase della malattia.
Si ritiene che Daratumumab provochi la morte delle cellule tumorali tramite diversi meccanismi d'azione immunomediati, inclusa la citotossicità complemento-dipendente ( CDC ), la citotossicità anticorpo-dipendente mediata da cellule ( ADCC ) e la fagocitosi cellulare anticorpo-dipendente ( ADCP ), oltre che tramite l'apoptosi, in cui una serie di passaggi molecolari nella cellula ne provoca la morte.
Daratumumab ha provocato la riduzione di un sottoinsieme di cellule soppressorie di derivazione mieloide ( MDSC ), come le cellule T regolatorie CD38+ ( T-reg ) e le cellule B CD38+ ( B-reg ). Daratumumab viene attualmente valutato nell'ambito di un programma di sviluppo clinico completo. ( Xagena2017 )
Fonte: Janssen, 2017
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