La maggior parte dei pazienti con linfoma follicolare ha ricadute multiple che richiedono successive linee di terapia.
Ibrutinib ( Imbruvica ), un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton ( BTK ) approvato per il trattamento di diverse neoplasie delle cellule B, ha mostrato una attività promettente nel linfoma follicolare in uno studio di fase 1.
Uno studio di fase 2 ha valutato Ibrutinib nel linfoma follicolare recidivante. 40 pazienti con linfoma follicolare ricorrente sono stati trattati con Ibrutinib 560 mg/die fino a progressione o intolleranza.
L'endpoint primario era il tasso di risposta globale ( ORR ).
Le analisi esplorative hanno incluso correlazioni dell'esito con mutazioni ricorrenti identificate in un panel genetico di cancro che ha utilizzato il sequenziamento di nuova generazione ( NGS ) in biopsie di pre-trattamento da 31 pazienti e i risultati di una prima tomografia ad emissione di positroni / tomografia computerizzata in 20 pazienti.
Il tasso di risposta globale è stato del 37.5% con un tasso di risposta completo del 12.5%, sopravvivenza libera da progressione mediana ( PFS ) di 14 mesi e PFS a 2 anni del 20.4%.
I tassi di risposta sono stati significativamente più alti tra i pazienti la cui malattia era sensibile al Rituximab ( 52.6% ) rispetto a quelli che erano refrattari a Rituximab ( 16.7% ) ( P=0.04 ).
Le mutazioni CARD11 erano presenti nel 16% dei pazienti ( 5 su 31 ) e hanno previsto resistenza a Ibrutinib con solo risposte provenienti dai pazienti wild-type ( P=0.002 ).
Il massimo valore di assorbimento standardizzato al giorno 8 del ciclo 1 è risultato correlato con la risposta e la sopravvivenza libera da porgressione.
Ibrutinib è risultato ben tollerato con un profilo di tossicità simile alle indicazioni riportate.
Ibrutinib è un trattamento ben tollerato con una modesta attività nel linfoma follicolare recidivante. La valutazione degli inibitori BTK nelle prime linee di terapia può essere giustificata sulla base dei tassi di risposta migliorati nella malattia sensibile al Rituximab.
Mutazioni somatiche come CARD11 possono avere un impatto sulla risposta a Ibrutinib, possono influenzare le decisioni cliniche e dovrebbero essere valutate in serie più grandi di dati. ( Xagena2018 )
Bartlett NL et al, Blood 2018; 131: 182-190
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