Il braccio positivo per il cromosoma Philadelphia dello studio UKALLXII/ECOG2993 sulla leucemia linfoblastica acuta ( ALL ) negli adulti ha arruolato 266 pazienti tra il 1993 e il 2003 ( coorte pre-Imatinib ).
Nel 2003 è stato introdotto Imatinib ( Glivec / Gleevec ) come singolo agente dopo l’induzione ( n=86, Imatinib tardivo ).
Nel 2005 Imatinib è stato aggiunto alla seconda fase di induzione ( n=89, Imatinib precoce).
Il tasso di remissione completa ( CR ) è stato del 92% nel gruppo Imatinib versus 82% nella coorte pre-Imatinib ( P=0.004 ).
A 4 anni, la sopravvivenza globale di tutti i pazienti nella coorte Imatinib è stata del 38% vs 22% nella coorte pre-Imatinib ( P=0.003 ).
L'entità della differenza tra le coorti pre-Imatinib e Imatinib nella sopravvivenza libera da eventi, sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da recidiva osservata nella analisi univariata è stata ancora maggiore nella analisi multivariata.
Nella coorte pre-Imatinib, il 31% di coloro che hanno iniziato il trattamento ha avuto un trapianto di cellule staminali ematopoietiche ( alloHSCT ) rispetto al 46% nel gruppo Imatinib.
Una analisi multivariata di Cox che ha tenuto conto di alloHSCT ha mostrato un ulteriore modesto vantaggio con Imatinib ( hazard ratio per la sopravvivenza libera da eventi, HR=0.64, P=0.02 ), ma nessun beneficio significativo per la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da recidive.
L’aggiunta di Imatinib alla terapia standard migliora il tasso di remissione completa e sopravvivenza globale a lungo termine negli adulti con leucemia linfoblastica acuta.
Una parte del beneficio nella sopravvivenza globale deriva dal fatto che Imatinib facilita il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. ( Xagena2014 )
Fielding AK et al, Blood 2014; 123: 843-850
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