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Mielofibrosi primaria: aggiornamento su diagnosi, stratificazione del rischio e trattamento


La mielofibrosi primaria ( PMF ) è una neoplasia mieloproliferativa caratterizzata da mieloproliferazione clonale di derivazione dalle cellule staminali, espressione anomala di citochine, fibrosi del midollo osseo, anemia, splenomegalia, ematopoiesi extramidollare, sintomi costituzionali, cachessia, progressione leucemica e sopravvivenza ridotta.

La diagnosi si basa sulla morfologia del midollo osseo.
La presenza di mutazione JAK2, CALR, o MPL è utile ma non è essenziale per la diagnosi; circa il 90% dei pazienti porta una di queste mutazioni e il 10% è triplo negativo.
Nessuna di queste mutazioni è specifica per la mielofibrosi primaria e sono anche state osservate nella trombocitemia essenziale.

La mielofibrosi primaria pre-fibrotica imita la trombocitemia essenziale nella sua presentazione e la distinzione, possibile con un attento esame morfologico del midollo osseo, è prognosticamente rilevante.

La diagnosi differenziale comprende anche leucemia mieloide cronica, sindromi mielodisplastiche, leucemia mielomonocitica cronica e leucemia mieloide acuta.

Il sistema DIPSS-plus ( Dynamic International Prognostic Scoring System-plus ) utilizza 8 predittori di minore sopravvivenza: età superiore a 65 anni, emoglobina inferiore a 10 g/dL, leucociti superiori a 25 x 109/L, blasti circolanti superiori o uguali a 1%, sintomi costituzionali, dipendenza dalle trasfusioni di cellule rosse, conta piastrinica inferiore a 100 x 109/L e cariotipo sfavorevole ( cioè, cariotipo complesso o anomalie che includono +8, -7/7q-, i(17q), inv(3), -5/5q, 12p-, o riarrangiamento 11q23 ).

La presenza di 0, 1, 2 o 3 e 4 o più fattori avversi definisce la malattia come a basso rischio, intermedio-1, intermedio-2 e alto, con una sopravvivenza media, rispettivamente, di circa 15.4, 6.5, 2.9 e 1.3 anni.
La malattia ad alto rischio è definita anche dallo stato mutazionale ALR−/ASXL1+.

La sola osservazione è sufficiente per la malattia asintomatica a rischio intermedio-1 / basso, in particolare con lo stato mutazionale CALR+/ASXL1−.
Il trapianto di cellule staminali viene preso in considerazione per la malattia ad alto rischio secondo DIPSS o malattia con qualsiasi rischio con stato mutazionale CALR−/ASXL1+.
La terapia farmacologica sperimentale è ragionevole per la malattia sintomatica a rischio intermedio-1 e a rischio intermedio-2.
La splenectomia viene presa in considerazione in caso di splenomegalia refrattaria al farmaco.
La radioterapia lesionale è molto utile per l’epatomegalia post-splenectomia, ematopoiesi extramidollare non-epatosplenica, ipertensione polmonare associata a mielofibrosi primaria, e dolore alle estremità delle ossa. ( Xagena2014 )

Tefferi A et al, Am J Hematol 2014;89:915-925

Emo2014



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