Il trattamento immunoterapico con Pembrolizumab ( Keytruda ) è risultato associato a un tasso di beneficio clinico dell’86% in una coorte di pazienti con linfoma di Hodgkin che avevano fallito una precedente terapia.
Il linfoma di Hodgkin classico può rappresentare un bersaglio particolarmente vulnerabile per la terapia anti-PD-1.
Pembrolizumab ha un'alta affinità per il recettore PD-1, con un blocco duplice del ligando di PD-L1 e PD-L2.
Lo studio multicentrico, in aperto, di fase 1b, ha riguardato 29 pazienti con linfoma di Hodgkin classico recidivato o refrattario, con ricaduta o mancata risposta alla terapia a base di Brentuximab Vedotin ( Adcetris ).
Nel 67% della popolazione in studio non era riuscito il trapianto di cellule staminali autologhe.
I principali criteri di esclusione includevano pazienti con malattie autoimmuni o malattia polmonare interstiziale.
Pembrolizumab 10 mg/kg è stato somministrato per via endovenosa ogni 2 settimane fino a progressione tumorale, eccessiva tossicità, o completamento di 2 anni di terapia.
L’endpoint primario era rappresentato da sicurezza, tollerabilità e remissione completa.
I risultati hanno indicato un tasso di risposta completa del 21% e un tasso di risposta globale del 66%.
Il tasso di beneficio clinico è stato pari all’86%.
Quasi tutti i pazienti hanno mostrato una certa evidenza di riduzione del tumore.
La durata mediana della risposta non è stata raggiunta.
Un certo numero di pazienti ha presentato stabilizzazione della malattia.
Gli eventi avversi di grado 3 sono stati: dolore ascellare, ipossia, gonfiore alle articolazioni e polmonite. Non sono stati riscontrati eventi avversi di grado 4 correlati al trattamento. ( Xagena2014 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Annual Meeting, 2014
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