L'introduzione degli inibitori della tirosin-chinasi di seconda generazione ( TKI ) ha generato un vivace dibattito sulla scelta degli inibitori tirosin-chinasici di prima linea nella leucemia mieloide cronica in fase cronica.
Nonostante gli inibitori della tirosin-chinasi abbiano diversi profili di efficacia e tossicità, l'uso previsto di due inibitori della tirosin-chinasi non è mai stato indagato.
E’ stato riportato uno studio di fase 2 che è stato progettato per valutare l'efficacia e la sicurezza di un trattamento che alterna Nilotinib ( Tasigna ) e Imatinib ( Glivec ) in pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide cronica BCR-ABL1 positiva in fase cronica.
Sono stati arruolati 123 pazienti. L'età media era di 56 anni.
Le probabilità di raggiungere una risposta citogenetica completa, una risposta molecolare maggiore, e una risposta molecolare profonda ( MR=4.0 ) a 2 anni sono state, rispettivamente, pari a 93%, 87% e 61%.
La sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione a 5 anni sono state dell’89%.
I tassi di risposta e la sopravvivenza sono nella gamma di quelli riportati con il solo Nilotinib.
E’ stato osservato un tasso relativamente basso di eventi avversi cardiovascolari (5%).
Questi dati mostrano che i diversi profili di efficacia e tossicità degli inibitori della tirosin-chinasi potrebbero essere favorevolmente sfruttati alternando il loro uso. ( Xagena2016 )
Gugliotta G et al, Am J Hematol 2016; 91: 617-622
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