Ci sono delle forme di emofilia cosiddetta acquisita che possono comparire dopo i 60 anni. In genere questi casi sono secondari a condizioni tipiche dell’anziano, come neoplasie solide o ematologiche, patologie autoimmuni o uso di farmaci.
L’emofilia A acquisita, rappresenta una patologia molto insidiosa e potenzialmente fatale per le possibili manifestazioni emorragiche, spesso con conseguenze molto gravi per i ritardi diagnostici o il trattamento inadeguato, e per le patologie a cui è associata, in molti casi esse stesse a prognosi infausta.
Si stima che in Italia siano un centinaio ( 1-4 casi per milione/anno ) i pazienti con emofilia acquisita.
Per il trattamento degli episodi emorragici che si manifestano nei pazienti adulti con emofilia A acquisita causata da anticorpi che neutralizzano il fattore VIII della coagulazione è stato approvato Obizur, il cui principio attivo è Susoctocog alfa.
La derivazione porcina del prodotto permette di rimpiazzare temporaneamente il fattore VIII endogeno della coagulazione inibito dalla patologia e necessario per un'emostasi efficiente. Inoltre, la determinazione del dosaggio necessario del farmaco sulla base di un indicatore obiettivo quale l’attività del FVIII, consente di personalizzare la terapia.
L’emofilia A acquisita è un raro disturbo emorragico nel quale pazienti con geni per il fattore VIII normali sviluppano autoanticorpi inibitori nei confronti del fattore VIII. Questi autoanticorpi neutralizzano il fattore VIII umano circolante creando quindi una carenza di fattore VIII disponibile.
Secondo i dati pubblicati nel Registro EACH2, l’età mediana dei pazienti con emofilia A acquisita alla diagnosi è di 74 anni; è una patologia estremamente rara nei bambini e incrementa significativamente dopo i 65 anni. Presenta un picco di casi nell’intervallo di età tra i 20 e i 40 anni, ovvero quando l’emofilia A acquisita appare associata alla gravidanza.
Il 48.1% dei pazienti presenta co-morbilità o condizioni cliniche alla manifestazione della patologia, quali malattie autoimmuni, oncologiche e reumatologiche.
L’emofilia A acquisita è caratterizzata da gravi manifestazioni emorragiche ed alterazioni dei test della coagulazione in soggetti senza precedenti personali o familiari di patologia coagulativa. Si tratta di una condizione autoimmunitaria, poiché la presenza di autoanticorpi, o inibitori, diretti specificamente contro un fattore della coagulazione determina una interferenza nella funzione coagulativa, portando all’anomalia di laboratorio e alle manifestazioni emorragiche.
Nella maggioranza dei casi vengono prodotti autoanticorpi diretti contro il fattore VIII ( FVIII ), per cui si rileva allungamento dell’aPTT e una carenza di FVIII, da qui emofilia A nella forma acquisita.
Questa condizione si distingue nettamente per epidemiologia, diagnosi, clinica e trattamento, dallo sviluppo ( secondario alla somministrazione di FVIII esogeno ) di inibitori ( alloanticorpi ) in pazienti con deficit congenito di fattore VIII ( emofilia A congenita o ereditaria ).
Le condizioni più frequentemente associate allo sviluppo di autoanticorpi anti-FVIII sono la gravidanza, le malattie autoimmuni quali l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la miastenia gravis, patologie autoimmuni della tiroide e le neoplasie solide ( prostata, rene, polmone, colon ) ed ematologiche ( leucemia linfatica cronica e linfomi ). Inoltre, gli inibitori anti-FVIII sono stati segnalati in pazienti con malattie dermatologiche ( pemfigo, psoriasi, dermatite esfoliativa ), malattie infiammatorie croniche dell’intestino e in seguito a somministrazione di farmaci ( Interferone, Penicillina, sulfamidici ).
Circa il 50% degli autoanticorpi anti-FVIII si sviluppa spontaneamente senza che sia identificata una patologia sottostante.
I pazienti con emofilia A acquisita presentano spesso gravi emorragie nei tessuti molli e a livello delle mucose ( epistassi, emorragie gastrointestinali, ematuria ); talvolta la malattia esordisce in maniera drammatica con emorragia cerebrale.
L’emartro è notevolmente più raro rispetto ai pazienti con emofilia A ereditaria.
La mortalità legata alla patologia varia dall’8 al 22%, in base alle casistiche.
La diagnosi è spesso difficile dal momento che l’anamnesi personale e familiare del paziente è negativa per patologie emorragiche pregresse, con conseguente ritardo diagnostico.
Susoctocog alfa è un fattore VIII ricombinante, con delezione del dominio B, con sequenza porcina. È una glicoproteina. Immediatamente dopo essere stato rilasciato nella circolazione del paziente, il fattore VIII si lega al fattore di von Willebrand ( FvW ).
Il complesso fattore VIII / fattore di von Willebrand è costituito da due molecole ( fattore VIII e fattore di von Willebrand ) con differenti funzioni fisiologiche.
Il fattore VIII attivato agisce come cofattore per il fattore IX attivato, accelerando la conversione del fattore X a fattore X attivato, il quale converte quindi la protrombina in trombina. La trombina converte poi il fibrinogeno in fibrina e si può formare il coagulo.
L’emofilia acquisita è un raro disturbo emorragico nel quale pazienti con geni per il fattore VIII normali sviluppano autoanticorpi inibitori nei confronti del fattore VIII. Questi autoanticorpi neutralizzano il fattore VIII umano circolante creando quindi un deficit di fattore VIII disponibile.
La reattività crociata tra gli anticorpi circolanti mirati sul fattore VIII umano e Susoctocog alfa è minima o assente.
Susoctocog alfa rimpiazza temporaneamente il fattore VIII endogeno inibito necessario per una emostasi efficiente. ( Xagena2017 )
Fonte: Shire, 2017
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